METODO ENDOSIT

È il termine coniato per definire l’applicazione di un sistema ad emissione energetica in radiofrequenza, applicato al corpo umano come metodo curativo, che controlla e quantifica la qualità e la quantità dell’energia accumulata dall’organismo.

Endosit pertanto risulta essere anche un dispositivo medico che utilizza l’energia applicata a processi terapeutici protocollati.

Premessa: per ottenere questi presupposti con un principio fisico di radiofrequenza endogena dobbiamo cambiare l’attore principale che è il corpo umano, in modo che il principio si adatti in tempo reale e rispetti i processi biologici e clinici dell’organismo. 

Come funziona una radiofrequenza?

È un condensatore molto semplice formato da un generatore, un manipolo, una piastra ed il corpo umano. Tutti questi elementi funzionano nel momento in cui i circuiti si chiudono, creando un differenziale elettrico che genererà l’energia e creerà un movimento di cariche pari al numero di impulsi che il generatore emette. 

Il differenziale elettrico viene misurato come un generatore di tensione. Il corpo umano è un’armatura di seconda specie ed ha delle funzioni di conduttore con resistenze che possono essere superficiali e profonde.

Tutto ciò spiega perché vengono interessati tutti quei tessuti che sono frapposti tra l’elettrodo attivo ed il contro-elettrodo obbligandoci di fatto a non tenere in considerazione solo l’impedenza cutanea ma le impedenze che si formano all’interno dell’organismo nei vari tessuti attraversati dall’energia. Pertanto l’unità di misura non può essere soltanto la tensione, ma obbligatoriamente la conduzione elettrica con tutti i parametri di resistenza superficiali e profondi.

Esempio pratico: è come se noi ci trovassimo su un mezzo di locomozione dove la tensione è la struttura (autostrada), la conduzione/ioni sono il numero di automobili che si muovono, R (resistenza) sono le restrizioni del numero di corsie. Imprimendo una velocità elevata si accumulano attorno alle resistenze un numero di cariche elevate, con una riduzione delle resistenze in tempi rapidi, ripristinando il numero di corsie.

Ciò farà si che gli ioni (auto) si sposteranno in tempi rapidi. Maggiore sarà la rapidità di spostamento, maggiore sarà l’effetto termico. Identico è l’effetto termico che viene accumulato dalla resistenza.

Se il principio fisico, cioè il generatore, è in grado finalmente di controllare sia la tensione sia la corrente e la resistenza riusciremo a controllare l’effetto termico che non svolge un’azione curativa, ma può essere, qualora ne si perda il controllo, una controindicazione.

Tutto ciò determinerà finalmente la possibilità di quantificare l’energia assorbita in Joule per cm2, mettendo in condizione l’operatore sanitario di poter quantificare il dosaggio energetico idoneo da applicare alla cura desiderata, con la selettività tipica della frequenza di emissione, consentendo di protocollare la terapia non più in modo soggettivo, ma oggettivo. 

Tutto ciò consente due fattori fondamentali: 

Una maggiore efficacia, data dalla dose energetica ottimale; 

Minori controindicazioni e certezze di risultato, eliminando i sovradosaggi energetici.

Questa tecnologia crea un cambiamento epocale ponendo parametri differenti sull’utilizzo e l’applicazione dei principi fisici di radiofrequenza applicati all’organismo per un processo terapeutico.

Effetti terapeutici

Utilizzare alte frequenze di emissione in campo elettrico a scopo medicale produce una varietà di vantaggi:

spostamento delle cariche con relativo allineamento delle polarità

si genera un importante riscaldamento diffuso dei tessuti profondi attraverso lo spostamento delle cariche elettriche

L’effetto terapeutico generato da Endosit è correlato con l’aumento di flusso di sangue nei tessuti (iperemia attiva) indotto dal riscaldamento profondo.

Per “iperemia attiva” si intende un aumentato flusso di sangue nel microcircolo, dovuto alla dilatazione della parete arteriolare, al rilassamento delle venule ed al cedimento degli sfinteri precapillari, che immette sangue in capillari fisiologicamente chiusi. 

Il grado di contrazione degli sfinteri precapillari, e quindi il flusso di sangue attraverso il letto capillare, dipende dalla concentrazione di metaboliti locali vasoattivi, dalla riduzione della PO2 e dall’aumento della temperatura. I capillari che irrorano ogni singola area di un tessuto o di un organo sono tra loro intercomunicanti; pertanto ogni fattore in grado di determinare un aumento del flusso in corrispondenza di una determinata parte di un’area si accompagnerà ad un aumento di flusso in tutta l’area.

La conducibilità elettrica dipende dalla temperatura ed è in funzione della presenza di sostanze ionizzabili, in grado di condurre la corrente elettrica.

In conclusione, i sistemi Endosit trovano campi di applicazione in quei tessuti che si vogliono rigenerare attraverso uno spostamento delle cariche e un allineamento delle polarità, sfruttando l’effetto di biostimolo indotto.